per la prima A
Al disopra della torre c' è un campaniletto con due campane che battono le ore. Subito sotto il campaniletto una scritta dorata su fondo azzurro informa che l’orologio è dovuto al Pontefice Innocenzo XIII e che venne realizzato nel secondo anno del suo regno.
Le ore Italiche Solari hanno fatto la loro comparsa a partire dalla metà del XIV secolo; secondo tale sistema il nuovo giorno iniziava al tramonto.
Durante il 1600, prevalentemente in Italia, per uso comune, civile e religioso fu adottata l’Ora Italiana da Campanile con la quale il nuovo giorno veniva fatto iniziare poco dopo il tramonto, mezz’ora dopo, alla fine del crepuscolo, e veniva annunciato dal suono della campana dell' Ave Maria.
Negli orologi a sei ore erano necessari quattro giri completi della lancetta per arrivare a segnare le ventiquattro ore; la giornata veniva così suddivisa in quattro intervalli di sei ore ciascuno. Quando il sole tramontava era l'ora ventiquattresima; le ore diciotto indicavano che mancavano sei ore al tramonto, che coincideva con la chiusura delle porte della città o del castello, e ciò, visti i tempi, era molto importante.
Tracce di questa vecchia consuetudine nel calcolo del tempo si possono trovare in locuzioni idiomatiche ancora oggi uso, come ad esempio «portare il cappello sulle ventitre», ad indicare l'inclinazione del cappello per riparare gli occhi dai raggi del sole basso sull’orizzonte un’ora prima del tramonto.
E ancora si ha una testimonianza del metodo italico da campanile nei versi della poesia "Il sabato del villaggio" di Leopardi:
“or la squilla da segno
della festa che viene;
e a quel suon diresti
che il cuor si riconforta.”
La letteratura richiama spesso l’uso delle ore italiche: al capitolo XI dei Promessi Sposi, a proposito del barocciaio che aveva accompagnato Agnese e Lucia al convento di Monza per sfuggire a Don Rodrigo si legge: [il fatto sta che il buon uomo da cui erano state scortate le donne a Monza, tornando verso le ventitré ,con il suo baroccio a Pescarenico] dunque mezz’ora prima del tramonto secondo l’ora italica da campanile; e ancora nel capitolo XVII a proposito della fuga di Renzo e il suo riposo notturno presso la riva dell’Adda si legge [Quando finalmente quel martello (l’orologio di Trezzo) ebbe battuto undici tocchi, che era l’ora designata da Renzo per levarsi] cioè undici ore dopo il tramonto corrispondenti all’incirca alle moderne ore cinque e mezzo del mattino dopo.
Successivamente, nel 1800, ci fu l’invasione delle truppe napoleoniche nel territorio italiano che portò all’introduzione delle ore dette Oltramontane o alla Francese, con le quali la giornata iniziava con la mezzanotte ed era divisa in due intervalli di dodici ore. Questo tipo di conteggio del tempo, in breve, venne adottato in tutta Europa. Lo stato pontificio, una volta allontanati i francesi, tentò di ripristinare l’antica misurazione del tempo, secondo le Ore Italiche, ma fu costretto a rinunciarvi, adottando a sua volta quello che era ormai divenuto un metodo di conteggio universale.
da "Riflessioni e divagazioni sulla misura del tempo a cura dello gnomonista Alberto Suci"
E ora la domanda: " Se stabiliamo l'ora del tramonto alle sei, che ore segna l'orologio del Quirinale secondo l'ora italica? Quanti rintocchi batterà la campana?